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Come lavorare da remoto anche se ti tagliano la corrente

Come lavorare da remoto anche se ti tagliano la corrente

Tempo di lettura: 6 minuti

COSA E’ SUCCESSO

Non è facile stupire Omar Saltafossi, tipico imprenditore bresciano.

Ci sono riuscito qualche giorno fa quando gli ho mostrato una foto che ha condiviso il mio amico Paolo Mari, titolare della System Service Lombardia – azienda specializzata nel servire prodotti d’arredo bagno e decorazione per la grande distribuzione.

La sede della System Service è a Milano, ma anche nel capoluogo lombardo può succedere che manchi la corrente. Ed è quello che è successo la scorsa settimana, quando i loro uffici sono rimasti al buio.

(Molti) anni fa lavoravo in Infostrada e avevamo gli uffici al Crystal Palace (il palazzo più alto di Brescia  – 27 piani).  Un giorno c’è stato un terremoto con epicentro sul lago di Garda e al ventiquattresimo piano abbiamo ballato parecchio, dovendo evacuare gli uffici… festa grande. Per il resto della giornata tempo libero!

… E INVECE LORO: CHE BELLA AZIENDA!!!

Di fronte ad un evento imprevisto i collaboratori di Paolo invece hanno fatto una scelta molto diversa.

Hanno preso i loro portatili, hanno trovato un bar con un servizio wifi decente e qualche tavolo libero e si sono rimessi subito all’opera.

Paolo era molto contento di questo gesto – per niente scontato – e che dimostra come le sue doti di team builder si siano combinate benissimo con dei collaboratori di prima qualità per creare un ottimo clima lavorativo.

Quindi complimenti a tutta la System Service per l’esempio che ci dà, che ci dimostra che “si può fare!”.

Si può avere un bel clima aziendale ed ottenere importanti risultati imprenditoriali.

E NELLE VOSTRE AZIENDE COSA SUCCEDEREBBE?

E nelle vostre aziende sarebbe possibile trasferirsi nel bar dall’altra parte della strada e lavorare remotamente da lì?

In effetti i collaboratori giusti ed il buon clima aziendale potrebbero essere inutili se mancassero i necessari strumenti tecnici.

System Service è un Cliente NETisON da circa un paio d’anni per i servizi di terminal server (conosciuti anche come remote desktop services) e di posta elettronica.

Il gestionale e gli altri programmi utilizzati in azienda sono residenti in un server privato virtuale (detto anche VPS – virtual private server) configurato nel cloud di NETisON ed accedibile, quindi, ovunque nel mondo attraverso una normale connessione internet, sia da computer Windows che Mac, oppure da terminale mobile.

Anche la posta elettronica è erogata attraverso il cloud NETisON e quindi vi si può accedere senza problemi da qualsiasi posto ci si trovi.

Normalmente i collaboratori di SSL lavorano dal proprio ufficio, Paolo invece da subito ha potuto lavorare remotamente.

Anche l’acquisizione di un’altra azienda non ha costituito un problema di gestione informatico perché è stato sufficiente espandere le risorse disponibili nel cloud e creare i nuovi utenti necessari sul server principale… et voilà… si può lavorare sullo stesso gestionale anche se ci si trova a centinaia di km di distanza.

“MA CHISSA’ QUANTA BANDA INTERNET CI VUOLE”

Qualcuno potrebbe pensare che servano collegamenti internet particolarmente potenti per poter “lavorare in terminal” e che, quindi, questo sia possibile solo se ci si trova a Milano o in altre città in cui sia presente “l’iperfibra”.

In realtà ogni sessione terminal server, cioè ogni utente che si connette da remoto, ha bisogno di circa ½ Mbps (cioè di 500 kbps) di banda di download.

Le connessioni oggi disponibili sul mercato offrono, sulla gran parte del territorio nazionale, bande di 20 o 30Mbps, quindi ampiamente in grado di far connettere una PMI senza problemi.

E SE CADE IL COLLEGAMENTO INTERNET?

“e se poi cade il collegamento internet? Rimane al buio tutta l’azienda?”. Questa è un’altra obiezione che mi viene spesso fatta quando si parla di servizi terminal.

Anche in questo caso la tecnologia ci viene in aiuto.

Nel 1997 ho fatto un master in telecomunicazioni presso la gloriosa SSGRR (Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli), istituto d’eccellenza del gruppo STET (che, tra gli altri, possedeva anche la Telecom ed altre aziende del settore).

Durante l’esame finale mi ricordo una domanda di una dirigente Telecom che mi aveva chiesto che tipo di soluzioni di backup avrei potuto utilizzare per dare maggiore affidabilità ad una rete dati aziendale.

Tra le ipotesi possibili, mi ricordo bene, lei aveva sottolineato anche il “backup su cellulare”. Al tempo la cosa mi fece un po’ sorridere perché la banda di collegamento su cellulare era meno di 10kbps (9.6 kbps per l’esattezza) ma ricordo anche che mi disse “adesso è così ma in futuro cambierà”. Ed in effetti le cose sono proprio cambiate da allora.

Oggi, attraverso la rete cellulare, si può navigare anche a 80Mbps (e ricordiamo che ci vogliono 1024kbps per fare 1Mbps). Con queste bande a disposizione è quindi possibile usare una SIM dati a consumo (quindi con costi fissi bassi o inesistenti) ed avere molta banda a disposizione per il lasso di tempo necessario a ripristinare il collegamento principale.

“E COME FACCIO CON LE STAMPANTI? E CON LE CHIAVETTE?”

E cosa succede con le stampanti? Se il server è “remoto”, per esempio nel cloud di NETisON, e volessi stampare sulla mia stampante di casa? È possibile?

Anche in questo caso la risposta è affermativa.

È assolutamente possibile stampare sulla propria stampante (sia essa di rete o connessa in USB) anche usando una sessione terminal server.

Analogamente è possibile usare chiavette USB e dischi esterni connessi al computer da cui si lanciano le sessioni terminal.

“MA ALLORA POSSO BUTTARE VIA IL MIO PC?”

Non essendo ancora possibile un collegamento neuronale diretto tra il nostro cervello ed un server è ancora necessario utilizzare un oggetto a cui sia possibile agganciare una tastiera, un mouse ed un monitor con cui poter accedere al server remoto.

La scelta più semplice è quella di utilizzare un computer – windows, Linux o Mac non fa differenza.

Si può anche arrivare ad usare un thin client, cioè un “mini PC” dedicato, senza dischi fissi e ventilatori che si accende molto velocemente, la cui unica funzione è quella di dare accesso alla sessione terminal server.

Un ulteriore vantaggio nell’uso dei thin client è la possibilità di sostituirne uno guasto con un altro in pochissimo tempo, senza dover spendere tempo per riformattare e per reinstallare programmi. È sufficiente accenderlo ed inserire le credenziali d’accesso per continuare a lavorare.

Nelle grandi aziende è ormai prassi equipaggiare le sedi periferiche con dei thin client al posto dei classici PC. In questo modo non serve più nemmeno un tecnico che vada ad installare i PC, basta togliere i thin client dalla scatola, collegarli con un cavo di rete ed accenderli.

“E QUINDI???”.

Senza la voglia di lavorare ed in mancanza di un buon clima aziendale non c’è strumento tecnico che tenga. In caso di blackout i dipendenti faranno festa.

Se però avete costruito un buon clima in azienda ed avete collaboratori di valore che vi riconoscono come leader autorevole allora è possibile mettere a vostra disposizione le soluzioni tecniche per lavorare da remoto come se foste in ufficio.

Volete saperne di più? Volete capire se anche nella vostra realtà è possibile introdurre qualche soluzione cloud che vi aiuti ad essere produttivi anche se non siete alla vostra scrivania?

Scoprite, attraverso un semplice test quali delle vostre applicazioni potrebbero già andare nel cloud.

Noi di NETisON abbiamo maturato parecchia esperienza in questo campo. Anche questo articolo è stato scritto tra casa ed ufficio, usando tre portatili diversi con due sistemi operativi diversi, perché siamo i primi utilizzatori di quello che proponiamo ai nostri Clienti.

Scrivetemi allora su lavoraredaremoto@netison.net, aspetto le vostre mail a cui risponderò con il link al questionario.

E ricordate che, anche se l’informatica non è il vostro lavoro, non potete lavorare senza l’informatica!

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